Settimana ricca di appuntamenti al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, tra musica e libri.
Ad aprire il calendario, mercoledì 12 giugno, alle ore 18, sarà il concerto di fiati tenuto degli studenti del Dipartimento di Musica d’Insieme del Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio”.
Harmonie Musik rappresenta la prima data della stagione dei concerti di musica da camera proposta dallo stesso Conservatorio, tra gli spazi del museo archeologico cittadino e quelli di Palazzo Sersale a Cerisano.
Vito Teti e il senso dei luoghi
Altre due occasioni di cultura sono quelle in programma per giovedì 13 e venerdì 14 giugno, pomeriggi in cui rispettivamente il museo ospita Marcostefano Gallo con il suo “Scacciasogni” e Vito Teti.
Il primo dei due appuntamenti si inserisce nella rassegna “LibrinComune” e prevede la presentazione del libro di Gallo, in compagnia della docente e conduttrice radiofonica Elisa Chiriano e delle performance pittorica/musicale a cura di Giorgia Cerchiara e Andrea De Fazio.
La lectio magistralis di Vito Teti invece non è una semplice presentazione di un libro, che, pubblicato per la prima volta nel 2004, ha avuto ben altre tre edizioni divenendo un volume di culto, ma un’occasione per ascoltare le parole di uno dei massimi esperti di “antropologia e storia degli abbandoni”.
Una voce e una penna che portano avanti da tempo un racconto diverso dei paesi abbandonati della Calabria, quelli che non muoiono mai e che si solidificano nella dimensione della memoria divenendo irriducibile elemento di identità.
Il percorso fatto da Vito Teti, già docente di Antropologia culturale all’Università della Calabria, affronta numerose tematiche come un vero compito politico, per contrastare l’abbandono delle aree interne e intravedere salvezza per questa terra.
Tra gli aspetti analizzati i controversi legami che con i luoghi intrattengono quelli che partono, quelli che restano, quelli che tornano; le complesse dinamiche tra partenza e “restanza”; il problema dell’abitare e quello della presenza in persone che hanno vissuto l’esplosione e l’erosione di mondi a cui non è possibile tornare; un modo di vedere un Sud che è dinamico, dialogico, utopico, nucleo fondativo di nuovi progetti, di nuove aspirazioni, di nuovi sogni.
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